Enigmi e Forme di Roca-Rey
Fig 1, Circolo degli ex cacchi, 1970Il carattere più immediatamente evidente della scultura di Joaquin Roca-Rey è senza dubbio la sua qualità d’immagine simbolica carica di un forte significato magico (vedi fig. 1, NdR). Credo che Roca-Rey voglia esplorare il campo del simbolismo magico della sua tradizione ancestrale peruviana, ma non lo fa seguendo un interesse archeologico e neoarcaico, o, quel che sarebbe peggio, folcloristico, il suo è un interesse fondamentalmente creativo.
Nella sua scultura non c’è dunque dell’”esotismo”, secondo il nostro punto di vista europeo: la scultura di Roca-Rey porta infatti in una tradizione di problematica plastica – soprattutto europea moderna – una eredità completamente diversa, come l’hanno fatto, per citare dei grandi della nostra epoca, Brancusi o Pevsner che introducono nel vivo della problematica della avanguardia plastica dell’Europa occidentale la potenza del simbolismo astratto della tradizione orientale, ad esempio bizantina (evidente soprattutto nel secondo artista).
Roca-Rey opera nella stessa direzione per quel che riguarda l’eredità del suo paese natale: intendo l’eredità più autentica del suo paese, quella pre-colombiana, cioè l’eredità pre-, o meglio, a-europea. Roca-Rey è dunque uno scultore assolutamente attuale che lavora in Europa (a Roma dove è stato molto apprezzato soprattutto in occasione delle “Alternative Attuali” all’Aquila), secondo una tipizzazione problematica della nostra scultura.
Il suo simbolismo è palesemente impregnato di una tematica sessuale, però ad un livello di erotismo primario, di creazione di immagini legata ad una prospettiva quasi cosmica.
Fig. 2, Trittico, 1970Questa capacità istintiva di tradurre le sollecitazioni del furore erotico che ci assilla quotidianamente in un simbolismo primario e direttamente legato al campo delle ragioni centrali dell’esistenza umana e cosmica costituisce un altro tratto della presenza del totemismo magico ancestrale nella formazione del nostro scultore (vedi fig. 2, NdR).
E’ soprattutto un senso magico quello che ricerca Roca-Rey, con il suo portentoso lavoro di forgiatore, con quella sua maniera eccezionale di lavorare il metallo, di renderlo estremamente acuto dal punto di vista dell’evidenza simbolica: lo stesso si può dire per le sue opere di marmo, infatti ciò che conta è la qualità dell’immagine e non soltanto il modo di entrare in rapporto con la materia metallica.
Enrico Crispolti
da Enigmi e forme di Roca Rey, ed.Carte Segrete, Roma 1972